
12 Nov Da dove spuntano quei baffetti?
Il baffo, c’est chic.
Sotto il naso, come vuole la tradizione, ma anche su t-shirt, abiti da sera, al dito, sulle unghie al posto dello smalto, per gli uomini – naturalmente – ma anche per le donne.
Il fenomeno, importato dall’Ohio dove è nato quasi per scherzo, ha travolto il vecchio continente sbaffeggiando stoviglie, tappezzerie, gioielli. La moda, alta e bassa, non si è lasciata sfuggire l’occasione. Se la prima è stata la solita irriverente Vivienne Westwood, che aveva fatto sfilare le sue modelle con vistosi baffi neri e ancora alla Fashion Week londinese si è presentata sul podio con bombetta, short e folti moustache, anche la sobria Keira Knightley non ha esitato ad esibirsi con un paio di baffetti alla Dalí per la fotografa Ellen von Unwerth.
Per altri, invece, il trend è nato con una finalità sociale. Il merito, in questo caso, sarebbe dell’associazione australiana Movember, impegnata nella lotta contro il cancro alla prostata. Qualche mese fa, l’ente ha invitato gli uomini a non tagliarsi i baffi per un mese e a condividere, poi, una propria foto con il nuovo look sul suo sito al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia.
Origini a parte, la moda spopola. E che dire del «fincherache»? Trattasi di un particolare tipo di tatuaggio che imprime i baffetti sulla parte esterna dell’indice. Poi si appoggia il dito tra il labbro e il naso ed è fatta, eccovi baffuti. Un gioco che ha contagiato tutti, da Barack Obama a Kate Moss, da Uma Thurman a Jacques Chirac, così ritratti, per gioco, nelle T-shirt della collezione «Life is a Joke» di Eleven Paris.
Keira Knightley per Ellen von Unwerth.
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